Com’è noto e peraltro annunciato, abbiamo pubblicato gli atti del convegno dello scorso 12 maggio. Per quanto concerne le relazioni realizzate dagli ospiti spagnoli (anche quella non letta materialmente nel corso dei lavori), abbiamo ritenuto opportuno pubblicare i testi originali, così come ci sono stati consegnati, ivi compreso le immagini fotografiche in esse contenute. L’idea di base, era che ciascuno facesse la propria traduzione e si documentasse su quanto esposto e riferito durante le due sessioni dei lavori del convegno stesso.

Considerando però che vi sono vocaboli e termini che non hanno traduzione italiana, capace di spiegare il significato reale che esse assumono tradizionalmente in spagnolo, accanto alla relazione spagnola, potrete consultare la traduzione italiana. Abbiamo cercato di restare il più fedele che si potesse al testo originale, perchè quanto espresso nella versione spagnola, sia il più conforme alla trasposizione italiana. Tuttavia, però, abbiamo spiegato in maniera comprensibile cosa sono i “gradini” oppure i “facchini”, tanto per fare due esempi, di come un qualunque traduttore automatico, trasformerebbe certi vocaboli. Cosicchè ciascuno potrà capire che pasos e costaleros, per restare negli esempi citati, hanno significato pratico differente nel costume e nella tradizione andalusa, rispetto alla traduzione letterale. Tanto per esser chiari: è evidente che termini come sdànghe o poste nella tradizione tarantina hanno significato diverso da quello rilevabile e leggibile in un qualunque vocabolario italiano.

Ed ancora: la costruzione sintattica e grammaticale spagnola, rispetto a quella italiana, è certamente un po’ più “barocca” o pomposa, se si vuole. Dunque pur restando fedeli al significato che i relatori volevano dare alle loro espressioni, abbiamo ritenuto di utilizzare una più semplice costruzione italiana. Pertanto quanto leggerete in italiano, potrà essere confrotato con le tipiche e tradizionali espressioni spagnole. Siamo certi che la cosa sarà utile a chi dovesse effettuare studi su testi spagnoli più approfonditi, in modo da comprendere, il significato di certi modi tradizionali e popolari di esprimersi e di definire alcuni elementi che caratterizzano il costume andaluso, e che non hanno corrispondenza in una traduzione letterale del vocabolo.

Inutile dire che ciò vale e potrebbe essere utile a quanti intendono condurre degli studi specifici sull’argomento. Poi ovviamente ci sono quelli che sono abituati ad altri sistemi, con i quali però, l’associazione non vuole condividere nulla.

Speriamo in questo modo di aver reso un servizio utile a quanti desiderano capire ed approfondire la materia della cultura popolare religiosa, entrando nello spirito del popolo di Dio che si esprime in maniera non convenzionale alla preghiera, ma che San Giovanni Paolo II e lo stesso Papa Francesco hanno definito di grande valore religioso, oltre che culturale.

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