Crediamo sia nostro dovere continuare a pubblicare e tenere vivo il ricordo di questo provvedimento adottato dalla Giunta Regionale pugliese all’unanimità, benchè di fatto non abbia alcun valore reale e pratico. Lo facciamo per rispetto ai consiglieri regionali che s’impegnarono per sottoporla all’approvazione di quell’esecutivo. Ma anche per il corposo e sostanzioso contributo che come Associazione abbiamo offerto, per la stesura del dispositivo di legge che punta alla valorizzazione di uno dei beni culturali tra i più importanti della nostra regione, che può vedere Taranto capofila, ma che, sapendo guardare, porta vantaggi e benefici a tutta la Regione.

Diciamo questo perchè dopo aver assunto la delibera che impegnava ed impegna l’esecutivo pugliese a valorizzare ed a rendere internazionali gli eventi che riguardano le settimane sante della nostra regione, la legge è rimasta “lettera morta”.

Infatti dopo la parte legislativa, la Giunta non ha mai inserito nel bilancio fondi economici, per la realizzazione di tutti quegli atti previsti nel testo del dispositivo. Cosicchè la legge n.8 del 27 marzo 2020 è l’esemplificazione del detto “predicare bene e razzolare male”.

Nel senso che mentre gli indirizzi da seguire per ottenere il risultato che la legge si propone, ovvero la valorizzazione delle settimane sante pugliesi, ci sono e sono chiari.

Solo che chi deve inserire le risorse per fare in modo che ciò accada, si guarda bene dal mettere a disposizione il danaro perchè si faccia ciò che è giusto. Un esempio? Facile.

Non serve mettere menifesti degli eventi della settimana santa negli aeroporti di Bari e Brindisi, perchè a quel punto i turisti sono già in Puglia. Servirebbe invece mettere gli stessi manifesti o i cartonati ad esempio negli aeroporti di Milano e Roma, gli aereoscali di maggiore transito in Italia, perchè così solleciti la curiosità di chi guarda e non conosce. S’insegna a leggere e scrivere a chi non sa farlo. Non a chi già sa leggere e scrivere. Tutto qua.

Noi continuiamo a pubblicare il testo della legge, perchè speriamo che, prima o poi, a qualcuno venga in mente finanziarla, magari informandosi su quale economia questi eventi siano in grado di produrre. Quando si vuole amministrare un territorio, non capire o far finta di non sapere cosa gli altri siano riusciti a fare ed ottenere, significa non fare il proprio dovere di amministratori.

E cerchiamo di dire come stanno le cose: la colpa non è di chi amministra. Ma di chi ha dato loro questo compito, nonostante abbiano dimostrato di non fare il bene comune!

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